(S)profondo Viola
La sosta per le Nazionali si è conclusa e il campionato è potuto ripartire. Fra i risultati emergono degli aspetti che meritano di essere sottolineati più di altri.
Partiamo dalla Fiorentina: la compagine viola è scivolata allo stadio Artemio Franchi di Firenze per 0-1 contro il Benevento allenato da Filippo Inzaghi, gol messo a segno da Improta con un tiro dal limite dell'area di rigore. Cesare Prandelli torna sulla panchina dei gigliati dopo dieci anni. La proprietà era diversa, così come la dirigenza e la squadra: ricordiamo in molti quella vittoria ad Anfield Road contro il Liverpool con il gol decisivo messo a segno da Alberto Gilardino, che ha garantito l'accesso alla fase ad eliminazione diretta della Champions League. I giocatori di cui dispone oggi il mister sono di tutt'altra caratura. Sono emersi molti problemi nella sconfitta del lunch match: uno di questi è la mentalità. La testa non c'è mai stata, il morale era a terra, la palla girava orizzontalmente. Il primo tiro verso lo specchio della porta lo si è visto al minuto 85: tacco di Vlahovic e parata di Montipo'. Insomma, la Fiorentina ha un organico tale che può navigare tranquillamente nella parte sinistra della classifica, ma agli atti pratici deve lottare per la permanenza nella massima serie italiana. La dirigenza ha sicuramente delle responsabilità, così come il presidente Commisso che ad inizio stagione ha confermato Iachini, quando forse sarebbe stato necessario far partire un nuovo e più ambizioso progetto tecnico.
Capitolo secondo, buttiamola giù così: il Sassuolo è la nuova Atalanta? La squadra bergamasca sembra spenta e scarica, non è andata oltre lo 0-0 contro un ottimo Spezia guidato da un coraggioso Vincenzo Italiano. Mentre c'è un Gasperini che va alla spasmodica ricerca di qualunque genere di scusa quasi coprendosi di ridicolo di mazzarriana memoria (questa volta era colpa del tardivo rientro di molti giocatori dalle Nazionali), c'è un De Zerbi che continua a stupire tutta Italia con la sua banda neroverde espugnando il Bentegodi. La vittoria per 0-2 contro l'ostico Hellas Verona di Ivan Juric (reti di Boga e Berardi) ha permesso al Sassuolo di godersi per qualche ora il primato in classifica in solitaria, fino alla vittoria del Milan contro il Napoli al San Paolo (1-3 il risultato finale). Zero pressioni, tanta qualità e bel gioco: sono queste le tre armi nell'arsenale di mister De Zerbi per continuare a meravigliare.
Per un'amara conclusione, non c'è niente di meglio di un osceno Udinese-Genoa, partita delle 18 vinta dai friulani per 1-0 con gol di Rodrigo De Paul. Ecco, la fiammata dell'argentino è stata una cattedrale nel deserto: partita noiosa, scialba, con pochissimi tiri nello specchio della porta, ambo i lati. Nessuna delle due squadre sta vivendo un buon momento, perciò la paura di esporsi ha certamente influito, però questo tipo di partite fanno perdere la voglia di pagare un abbonamento alle Pay Tv e fa desiderare un ingresso della SuperLega Europea. L'unica emozione è arrivata nel finale di match con Scamacca che pareggia i conti per il Genoa, gol poi annullato dal VAR per fuorigioco di Goldaniga. Il portiere rossoblu Perin, nei secondi finali, è stato espulso.
Questo campionato regala molti gol, specie a San Siro, ma il capitolo Inter lo (ri)aprirò domani.
C. Pitari
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