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Lukaku-Hakimi in vista dello Shakhtar

 Aspettando il match clou


Prepararsi alla sfida decisiva contro lo Shakhtar Donetsk, partita valida per l'ultima giornata di Champions League (stadio "Giuseppe Meazza" ore 21), con una vittoria era importante, fondamentale per il morale. L'Inter ora è carica a pallettoni e può giocare ogni sua cartuccia, può dare il tutto per tutto Mercoledì. Un appuntamento da non fallire, la vittoria è d'obbligo e neanche basta. Sarebbe altresì necessario che le altre due sfidanti, Real Madrid e Borussia Moenchengladbach, non pervengano al segno "X", cioè che non pareggino, pena la retrocessione in Europa league, causa il deficit negli scontri diretti contro le merengues.

Una partita mai in discussione

Veniamo alla sfida di Sabato sera, giocatasi allo stadio di San Siro alle 20:45 contro il Bologna allenato dall'ex nerazzurro Sinisa Mihajlovic. Gli ultimi precedenti fra le due squadre non sorridevano all'Inter, perciò era necessario dare una risposta ancor più forte: vittoria doveva essere, vittoria è stata. I felsinei si sono presentati al match schierandosi a specchio (ovviamente, rinunciando al proprio credo calcistico, esattamente come fatto da Giampaolo, infatti si è visto il disastro ottenuto), fischio d'inizio e la palla gira in orizzontale. Zero aggressività, gli ospiti non fanno la gara chiesta dal mister; l'Inter fa la partita che deve fare, senza soffrire mai. Romelu Lukaku porta in vantaggio i nerazzurri e il Bologna non reagisce, anzi Skorupski si è trasformato in fenomeno e ha evitato che altri palloni finissero in fondo al sacco. Il giovane portiere ospite si iscrive al gruppo di quei portieri che contro l'Inter si esaltano, per poi essere mediocri le tre partite seguenti (altri esempi sono Mirante, Consigli e Cragno). Il secondo tempo vede il raddoppio nerazzurro con Hakimi, la luce sembra essersi spenta per un attimo, entra Vignsto dalla panchina e il match è riaperto. Un blackout già visto e rivisto che ha rimesso tutto in discussione, ma stavolta solo per pochissimo tempo. Il laterale marocchino dell'Inter fa doppietta, stavolta con un gol molto bello, tiro forte e preciso all'angolo più lontano. La squadra di casa è riuscita nell'ardua impresa di vincere una partita comunque insidiosa senza però disperdere troppe energie, abbastanza tranquillamente. Tralascio qui l'ennesimo ingresso inutile di Christian Eriksen al minuto 91: di questo hanno già parlato abbastanza i quotidiani, preferisco evidenziare la bella prova fornita contro i rossoblù.

Lukaku sentenza, Hakimi mai in discussione.

Chiosa finale su questi due calciatori. Ma cosa c'è ancora da dire su Big Rom? C'è ancora qualche interista che osa invocare il nome di quello là (solo nominarlo mi viene la pelle d'oca per come ha infangato la maglia dell'Inter) che fa la muffa in panchina a Parigi, realtà dove pure Moise Kean e Choupo-Moting giocano più di lui? Romelu è un attaccante unico, sentenza in zona gol, fa sportellate, tiene palla, fa sponde per i compagni, si sacrifica in difesa... Non c'è niente che non faccia per questi colori, possiede uno spirito di appartenenza encomiabile. Hakimi non è mai stato messo in discussione dal sottoscritto, Addirittura c'è chi ha osato paragonarlo a Candreva. Con tutto il bene del mondo che posso volere ad Antonio, i valori dei due sono però imparagonabili. C'è anche chi cominciava a mettere in dubbio i 40 milioni investiti. Siamo seri, il campionato è iniziato neanche tre mesi fa e sto ragazzo ha appena 22 anni. Ha enorme talento e amplissimi margini per migliorare. 

Detto questo, passo e chiudo, in attesa della partita più importante del momento. Da vivere con fiducia, consapevoli del sostegno che questi colori meritano. Allenatori, calciatori e dirigenze passano, ma l'anima possiede sempre le stesse tinte.


C. Pitari

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