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Un treno sempre più spaccato a metà

 La Serie A fa (abbastanza) pena


Oggi è Mercoledì 16 ed è in corso il turno infrasettimanale di Serie A. Sarebbe del tutto privo di senso immergersi in una stretta analisi del turno precedente. Questo post vuole, nella sua brevità, mettere sotto la lente di ingrandimento la nullità di molte squadre del massimo campionato italiano. Ovviamente non si vuole avere alcuna certezza da sciorinare, la volontà è quella di porre un problema proveniente da evidenti fatti di campo cercando di giungere a una soluzione che non abbia la pretesa di essere l'unica. Ogni soluzione che porti ad un miglioramento concreto della Serie A è bene accettata.

Ad oggi la classifica (parziale) vede un certo e ristretto numero di squadre distanti pochi punti: il Milan primo in classifica ha 28 punti e la Lazio, ottava, ha 18 punti. Il resto del treno viaggia a velocità ridotta. Ovvero, le più forti, ad eccezione di outsider come Sassuolo ed Hellas Verona, viaggiano a ritmi forsennati e tutto si giocherà negli scontri diretti come sta avvenendo ora in Inter-Napoli e Juventus-Atalanta (giocata poc'anzi, alle 18:30 e finita in pareggio, con i gol siglati da Chiesa e Freuler con un Cristiano Ronaldo che si fa ipnotizzare da Gollini sul calcio di rigore). 

Il problema mi pare evidente: le squadre immediatamente dietro accumulano pochi punti. La quota salvezza rischia di abbassarsi da 40 punti a 30 oppure, peggio ancora, a 25 punti. La Serie A è vero che acquista maggior spettacolo nei piani alti perchè la lotta Scudetto sta finalmente diventando incerta, però per tutto il resto è una perdita di tempo. Quelle più su 90 su 100 battono quelle più giù e, ripeto, il campionato si gioca tutto sugli scontri diretti. Ma a questo punto varrebbe quasi la pena assistere a match proprio come Inter-Napoli. Basta, nulla più. Quale senso avrebbero partite come Crotone-Spezia o Benevento-Genoa? Soltanto i supporters di queste squadre vedrebbero con interesse match simili.

Quale potrebbe essere una soluzione? Affermo la necessità di ridurre il numero di squadre nella Serie A (ma anche nella Serie cadetta). Le motivazioni possono essere molteplici. L'aspetto più rilevante è la diminuzione del numero di partite ufficiali. Mai come oggi in fase di emergenza sanitaria stiamo assistendo alla necessità, al bisogno urgente di giocare di meno. Il calendario è molto fitto, quest'anno più di altri in quanto si è iniziato il 19 Settembre. Avendo meno squadre è assiomatico e tautologico che si giochi meno. Un secondo motivo è l'aumento di appeal del campionato. Se si considera la SuperLega Europea il male assoluto posso accettare (a malincuore) che non si vada in quella direzione, però qualcosa va modificato, perchè così il sistema è giunto alla saturazione.

Mi auguro che gli organismi istituzionali ci pensino, che riflettino sul da farsi perchè, ripeto, siamo in un punto di non ritorno.


C. Pitari

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